Nessune legge
Di Antonio Savino
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L’Italia è davvero un Paese strano, in molti amano scrivere e in molti sono quelli che non amano leggere. Un brutto segnale che viene confermato in questi giorni dal bilancio registrato dall'Aie, associazione italiana editori, sull'attitudine alla lettura degli italiani.
Secondi i dati forniti dagli editori in occasione della presentazione della campagna “ioleggoperché”, infatti, la percentuale di chi legge libri in Italia'è passata nel 2014 al 41,1%, vale a dire che si è registrata una flessione del 3,4% pari a 820mila lettori in meno. Quasi il 60% degli italiani, quindi, non legge neanche un libro all'anno.
Nel dettaglio, il calo riguarda soprattutto i così detti “lettori deboli”, ovvero quelli che leggono tra 1 e 3 libri all'anno (-6,6% nel 2014); è, invece, dello 0,5% il calo dei lettori forti (quelli che leggono almeno un libro al mese. Le donne continuano a leggere più degli uomini (48% contro 34,5%), ma in generale meno perché hanno perso l'11,8% rispetto al 2013 a fronte di un calo meno pronunciato dei lettori uomini (-4,9%). Si legge sempre più al Nord che al Sud, ma calano i dati al Nord-Est del 4,2% e al Nord Ovest del 3,6%. Infine, i giovani restano i lettori più forti: legge almeno un libro all'anno il 53,5% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni; il 51,1% di quelli tra i 15 e i 17 anni e il 51,7% dei 18-19enni. Alla luce di quanto detto c’è da chiedersi ha ancora un senso scrivere a iosa se poi nessuno legge?