Libertà limitata
Di Antonio Savino
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Tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. La stampa in Italia non è affatto libera come molti pensano. Lo dimostra l’ultimo rapporto di “Reporter senza frontiere (Rsf). L’Italia perde 24 posti e scivola al 73esimo gradino della classifica della libertà di stampa stilata Rsf.
Su 180 Paesi per l’anno 2014 prima di noi viene la Moldavia e dopo il Nicaragua. A occupare le prime posizioni continuano a essere i Paesi scandinavi: per il quinto anno consecutivo è la Finlandia a mantenere il primo posto, seguita da Norvegia e Danimarca. «È stato un anno difficile per i giornalisti, per cui le minacce da parte della mafia, tra gli altri, e le cause per diffamazione ingiustificate sono molto aumentate».
Tutto questo nonostante la presenza dell’articolo 21 della Costituzione italiana:“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…” Basterebbero queste poche parole a rendere perfetto il significato di libertà di stampa. Su cosa si basa la classifica annuale di Rapporto senza frontiere? Sette sono gli indicatori: livello di abusi, pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, quadro giuridico, trasparenza e infrastrutture.
Nel caso italiano a pesare è l’intimidazione della mafia nei confronti dei giornalisti, vittime anche di processi «ingiustificati» per diffamazione . «La situazione dei giornalisti è peggiorata drammaticamente in Italia nel 2014 , con una grande ondata di attacchi alle loro proprietà , in particolare le automobili - spiega nel dettaglio il rapporto -. In tutto ci sono stati 43 casi di aggressione fisica e 7 casi di attacchi incendiari a case e auto nel corso dei primi 10 mesi del 2014». Secondo Rsf sono aumentati anche le cause «ingiustificate» contro i giornalisti per diffamazione: dalle 84 nel 2013 alle 129 nei primi 10 mesi del 2014.