Je suis Charlie
Solidarietà da tutto il mondo, il giornale satirico tornerà in edicola mercoledì 14 gennaio 2015
Il 7 gennaio 2015, attorno alle ore 11.30, un commando di tre uomini armati di giubbotto antiproiettile, fucili d'assalto kalashnikov e lanciagranate ha attaccato la sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione.
Dodici i morti, tra i quali il direttore Stéphane Charbonnier, detto Charb, e diversi collaboratori storici del periodico (Cabu, Tignous, Georges Wolinski, Honoré), due poliziotti e oltre undici feriti.
Pochi istanti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul proprio profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico.[5] Dopo l'attentato il commando, che durante l'azione ha gridato frasi inneggianti ad Allah e alla punizione del Charlie Hebdo, è fuggito in auto.
Si è trattato del più grave attentato terroristico in Francia dal 1961
Uno dei killer di Parigi era noto alle forze di polizia italiane come appartenente alle filiere islamiche dirette in Iraq, ma non era mai stato sul territorio nazionale. Lo ha detto il ministro del'Intero, Angelino Alfano, nella sua informativa alla Camera sui fatti di Parigi.
Dopo l'attentato di Parigi è stato disposto "l'immeditato rafforzamento dei dispositivi di vigilanza ed il monitoraggio obiettivo sensibili proseguirà con grandissimo impegno - ha detto Alfano - . Attenzione è posta non solo a siti istituzionali e luoghi culto, ma anche sedi di giornali e tv e personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche".
Charlie Hebdo con ogni probabilità tornerà presto in edicola mercoledì prossimo con una tiratura aumentata a un milione di copie.